Per i vaccini serve una strategia logistica
Pierluigi Petrone, Presidente Assoram, fa il punto della situazione sui vaccini COVID-19
Il 2020 è stato un anno davvero brutto e per buttarcelo definitivamente alle spalle non basta il vaccino ma dovremmo tornare a un sistema centralizzato di decisioni perché solo così possono essere velocizzate e rese efficienti procedure che possono salvare la vita a migliaia di persone. Il sistema della logistica farmaceutica, che dispone di 160 centri di stoccaggio in tutta Italia, fin dall’inizio dell’emergenza ha fatto in modo che le farmacie fossero sempre rifornite.
Purtroppo, però, esistono tre tipi di problemi che potrebbero rallentare l’uscita dalla crisi. Il primo è senz’altro legato a un accavallamento decisionale tra stato e regioni dove queste ultime dovrebbero, invece, recepire senza poter modificare le regole che vengono emanate a livello centrale creando incertezza e rallentando i processi. Il secondo è relativo alla sicurezza.
Il vaccino c’è ma ora la grande missione è fare in modo che tutte le dosi destinate al nostro paese arrivino a destinazione nei 300 punti di somministrazione mettendole al riparo dai malintenzionati.
I fenomeni di furto e contraffazione già impattano in modo pesante sulla catena di approvvigionamento di medicinali e la recente recrudescenza del problema impone la massima attenzione in questa fase. In terzo luogo, sarebbe utile una legge sulla distribuzione dei farmaci perché quella attuale, che risale al 1992, rischia di rivelarsi inadeguata con un’eccessiva concentrazione dei poli logistici nelle aree di Milano e Roma mentre servirebbe una distribuzione più capillare riscoprendo i cosiddetti magazzini di prossimità.
Fonte Il Foglio 30.12.2020